Come si interpretano i risultati
Esempio 1
La prima immagine del referto è il grafico a barre orizzontali in scala logaritmica. Il primo fattore da considerare nell’interpretazione dei risultati è la carica batterica totale (barra di colore azzurro) che, quando è minore di 10.000, testimonia una situazione di “carica batterica controllata” di salute parodontale . Nell’esempio la carica batterica totale è 500.000 quindi molto superiore a 10.000 unità. Ciò significa che si e’ ben lontani da una situazione ideale di igiene orale.
Il secondo grafico, primo diagramma a torta a sinistra, rappresenta la carica batterica assoluta, cioè esprime i valori numerici. La fetta corrispondente ai patogeni nell’esempio n.1 è piccola visivamente e corrisponde alla somma delle percentuali indicate nell’ultima colonna a destra del precedente grafico a barre (0.1+0.16+2.64+0.4+0.3=3.6%). Il rapporto fra batteri parodonto-patogeni e carica batterica totale è importante perché usualmente maggiore è la percentuale di patogeni e maggiore è l’acuzie della patologia. Similmente a quanto accade con l’uso dei probiotici per la flora intestinale, la presenza di batteri “buoni” crea un ecosistema sfavorevole allo sviluppo di specie aggressive, e vice-versa.
Il terzo grafico, secondo diagramma a torta sulla destra, fornisce una rappresentazione visiva delle percentuali relative dei soli parodonto-patogeni, che sono convenzionalmente divisi in 3 gruppi: 1) Aggregatibacter Actinomytetemcomitans, 2) Complesso rosso, 3)Complesso arancio.
1-Il ruolo dell’ Aggregatibacter Actinomytetemcomitans è discusso nella letteratura internazionale più recente, pertanto sarà il clinico a scegliere la terapia più appropriata in base alle linee guida nazionali/internazionali, alla propria esperienza e protocolli chimici/fisici/meccanici.
2-I batteri del complesso rosso sono l’indice più rilevante dell’acuzie della patologia parodontale e fra questi il Treponema Denticola ha maggior impatto.
(In questo esempio c’è una presenza rilevante del complesso rosso: due fette che insieme sono i ¾ circa del totale. In particolare c’è una fortissima prevalenza del Treponema Denticola che fa supporre una situazione clinica di acuzie.)
3-La flora microbica del cavo orale e delle tasche parodontali può essere immaginata come una barriera corallina in cui vi sono specie biologiche in evoluzione dinamica. I batteri del complesso arancio, di per sé ritenuti a bassa azione parodonto patogena diretta, sostengono l’azione dei patogeni, quindi rappresentano un fattore di potenziale evoluzione negativa.
Esempio 2
Questo potrebbe essere l’esempio paradigmatico di malattia cronica. Il paziente non riesce a pulire a domicilio, infatti la carica totale è maggiore di 10.000 essendo 100.000.
La percentuale di parodonto-patogeni è modesta, infatti la somma delle percentuali (0.7+0.5+0.95+0.08) visualizzabile nel secondo diagramma a torta dà un valore di 2.23%. Clinicamente un paziente con questo profilo si presenta usualmente in una situazione cronica in cui ci sono tasche ma probabilmente non ascessi in atto.
Il test batterico evidenzia quindi che anche se la malattia sembra in uno stato di quiescenza, è fondamentale instaurare una terapia appropriata per ridurre drasticamente la carica batterica totale ed eradicare il complesso rosso.
Nel terzo grafico si vede come il complesso rosso qui rappresenti oltre la metà dei patogeni e non e’ presente l’ Aggregatibacter Actinomytetemcomitans.
La terapia sarà basata sulla clinica integrata dai risultati microbiologici e sarà dettata dall’esperienza clinica del professionista e da eventuali linee guida disponibili. (P.es. che cosa sostiene questa elevata carica batterica ? Se sono presenti tasche parodontali, queste andranno trattate con i presidi opportuni).
Esempio 3
Questo paziente non presenta segni di allarme se non la carica batterica totale. In paziente non e’ autosufficiente nel mantenimento di una adeguata igiene domiciliare, tuttavia non presenta marcatori di malattia parodontale attiva. Dovrà essere sottoposto a sedute di igiene professionale ravvicinate.
Esempio 4
Paziente “pulito”, cioè con carica batterica totale inferiore a 10.000. Questo quadro può essere il risultato di una terapia parodontale ben condotta o il naturale assetto di un paziente autosufficiente nell’igiene orale domiciliare.
Esempio Test Genetico
Per valutare il rischio di malattia parodontale in pazienti clinicamente sani (es. pazienti ortodontici con familiarità di parodontopatia) si utilizzano dei geni riconosciuti essere coinvolti (secondo la letteratura internazionale). Di questi geni vengono valutati gli aplotipi.
Semplificando: il gene codifica per un carattere (es. colore occhi) e può avere diversi aplotipi che corrispondono a diversi fenotipi (es. colore azzurro, nero, marrone, etc.). Alcuni aplotipi (es. colore azzurro, nel caso di IL6 GG) sono legati in modo statisticamente significativo ad un aumentato rischio di malattia parodontale.
Da studi su popolazioni è stato possibile tarare l’aumento del rischio (come riportato nella didascalia del referto). Poiché il grado di interazione fra i geni non è noto, si valuta il rischio di malattia parodontale semplicemente come somma algebrica dei fattori.
E’ necessario sottolineare che si tratta di un test genetico di laboratorio. Il risk assessment, invece, può essere fornito solo da uno studio integrato di familiarità (albero genealogico), test genetico, cariche batteriche, malattie sistemiche (p.es. diabete) ed abitudini (p.es. fumo). Tutto questo attiene al curante (non al laboratorio) essendo la patologia parodontale una malattia multifattoriale (influenzata da molti fattori esogeni ed endogeni) poligenica (in cui più geni sono coinvolti contemporaneamente interagendo fra loro).
Il test genetico permette di identificare in pazienti clinicamente sani la presenza di fattori di rischio genetico e quindi attuare una “prevenzione primaria” (i.e. prevenzione in assenza di malattia) attraverso protocolli di igiene professionale ravvicinati e monitoraggio della carica batterica.